ASANA DI EQUILIBRIO: LA LORO IMPORTANZA NELLA PRATICA
Pubblicato da Roberta Truppi in Yoga · 28 Marzo 2023
Tags: yoga;benessereyoga;equilibrio;yogabalance;hathayoga;loveyoga;, beneficiyoga;meditazione;respiroeyoga;yogatorino;
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Le asana di equilibrio restituiscono armonia al corpo, migliorano la respirazione e massaggiano il cuore, tonificando l’apparato respiratorio esse sono un segnale del vostro equilibrio emotivo nella giornata. L’equilibrio esterno rispecchia quello interno, pertanto se siete nervosi o ansiosi riuscire a mantenere una posizione di equilibrio risulterà molto difficile. Inoltre lavorando tra alto e basso permettono di migliorare il radicamento con la Terra e con il Cielo. Consentendo di migliorare i propri punti deboli.
Tra le asana di equilibrio più praticate nello yoga una è sicuramente:
Vrksasana

L’asana dell’albero, vrksa in sanscrito vuol dire albero, questa è tra le posizioni più conosciute e diffuse nello yoga, possiamo affermare che nell’immaginario collettivo lo yoga venga identificato con questa posizione, nei film, negli spot, questa è per eccellenza la posizione più utilizzata.
Ne esistono molte varianti, ma 5 sono quelle fondamentali, tutte simili tra loro. Praticandole in sequenza, consentono di percepire, attraverso i micro-movimenti, come lavorano i diversi muscoli coinvolti nella pratica, lo spostamento del peso e dell’equilibrio, migliorando di volta in volta la consapevolezza del proprio corpo. Ogni correzione eseguita per riassestare il corpo tra una versione e l'altra, oppure per continuare e tenere la posizione comodamente, aiutano ad entrare in risonanza con il proprio corpo che attraverso il ritmo del respiro tiene l’equilibrio e gestisce i pesi per non affaticarsi troppo.
Vrksasana si esegue in piedi, con le gambe leggermente divaricate, cercando dapprima di portare il peso su entrambe le gambe e sentire il baricentro. Successivamente portando il peso del corpo sulla gamba sinistra, una volta raggiunto il radicamento e la stabilità, si solleva la gamba destra afferrandone la caviglia e appoggiando il piede all’altezza dell’inguine, sopra il ginocchio, successivamente si sollevano le braccia congiungendo i palmi della mani e portandole sopra il capo o all’altezza del cuore.
Per mantenere l’equilibrio è fondamentale respirare in maniera rilassata e distribuire i pesi nel corpo in maniera omogenea, se spostate il peso solo su un arto, in breve tempo perderete l’equilibrio, perchè state sovraccaricando una parte del corpo. Dovete invece, percepire lo spazio occupato anche dalla gamba piegata sospesa, sentire dove spingono le varie parti del corpo, piedi, mani, braccia, gomiti, ginocchia, gambe, testa. Seguite la direzione di ogni parte, come se fossero dei vettori che puntano in direzioni diverse, ciò creerà delle tensioni dinamiche di bilanciamento che vi consentiranno di tenere la posizione in equilibrio senza cadere. Il respiro governa e guida tutto ciò, il respiro tira i fili( le parti del corpo) della marionetta(che è il vostro corpo) per conferirgli la giusta tensione per stare in piedi senza irrigidirsi o afflosciarsi troppo. Durante l’esecuzione di questa posizione è importante sentire il contatto con la terra, come se la parte inferiore del nostro corpo rappresentasse le radici dell’albero che sprofondano nel terreno, mentre la parte superiore, tende verso il cielo, si allunga come la chioma dell’albero che tende verso il sole, la luce, il divino. Se siete Cielo (vedi l’articolo) sentite il capo e le braccia, spingete dall’alto come se voleste raggiungere il cielo e costruite la posizione dalla testa per arrivare a percepire per ultimo i piedi a terra. Vi darà maggior stabilità.
Se siete Terra (vedi l’articolo) sentite i piedi e le gambe, spingete verso il basso come se voleste sprofondare nella terra e costruite la posizione dai piedi per arrivare a percepire per ultimo la testa in alto. Vi darà maggior stabilità.
Un’altra asana molto importante è la posizione di
Virabhadrasana III

Quest’ asana prende il nome da Virabhadra, un potente guerriero, (letteralmente eroe-buono) la leggenda vuole che Shiva, il Distruttore, secondo la cultura indiana, irato per la morte della sua amata Shakti, abbia lanciato con veemenza una ciocca dei suoi ricci a terra e da essa sarebbe nato Virabhadra, la sua incarnazione guerriera con il compito di uccidere il padre di Shakti che ostacolava il loro amore e a causa del quale Shakti si sarebbe suicidata. Appare chiaro come Virabhadrasana sia una posizione di natura maschile che rappresenta la forza virile dell’ira del signore della distruzione. Vi state chiedendo come mai nello Yoga ci sia la rappresentazione della violenza? Non dimentichiamoci che lo Yoga insegna un atteggiamento alla vita, un modo di essere, di agire, e nella vita, esiste anche la morte e la distruzione.
Inoltre nella Bhagavad-Gita, uno dei testi vedici più importanti, si narra del dialogo tra il principe guerriero Arjuna e Krishna, il Signore Supremo, sul campo di battaglia Kurukshetra. Nella battaglia Arjuna non vuole combattere perché tra le fila nemiche ci sono amici, parenti e cugini, ma Krishna gli ricorda che è suo dovere di guerriero combattere contro l’oppressione, perciò dovrà uccidere, se necessario, anche i suoi parenti. In realtà ciò che simboleggia quest’ asana è la forza e l’ideale del ‘guerriero spirituale’ che si batte contro l’ignoranza, motivo di tutte le sofferenze.
Questa posizione celebra un’apertura alla vita, conferisce stabilità, equilibrio, radicamento, allineamento, rafforza le gambe e la schiena.
E’ adatta per aumentare il potere decisionale e la forza e per guardare al futuro con calma e consapevolezza del proprio passato.
Esistono 4 versioni, quella che presentiamo, è la più complessa, si porta il peso sulla gamba destra, lentamente si inclina la schiena sino a portarla, se possibile, parallela al suolo, contemporaneamente si solleva la gamba sinistra e si aprono le braccia, unendo i palmi delle mani, con le braccia in linea con le orecchie, e la schiena. Anche per questa posizione bisogna prestare attenzione alla gamba sospesa dietro e alle braccia e alla testa che spingendo in avanti bilanciano la posizione insieme alla gamba d’appoggio. Anche per Virabhadrasana III valgono gli stessi accorgimenti utilizzati per Vrkasana.
Good practice!